lunedì 21 novembre 2011

Arrivederci Benares...

Namastè cari lettori italiani e non....
Sappiamo che non è questo il modo esatto di mandare avanti un blog, dato le nostre lunghe assenze, ma come potrete immaginare ci sono troppe cose da fare, da vedere, tanti amici da salutare e zero tempo per noi!!!
Salutare Benares è stata una delle cose più tristi che ci sia mai capitata, quasi come salutare la propria città natale....quel posto è decisamente magico!
Ma andiamo un po' a ritroso nel tempo, le ultime settimane a Benares sono state intense e vere. Dopo l'iniziale periodo di adattamento la città era ormai nostra....passeggiare per i bazar di Bengali Tola e di Godowlia ed essere salutati da tutti, non più da turisti ma come gente del luogo non ha prezzo....per tutto il resto non c'è Mastercard come molti di voi penseranno ma c'è il rispetto e l'amicizia che quella gente ci ha offerto in cambio di niente!!
Il banarsi medio è un uomo rozzo e animalesco, ma con un grande senso dell'ospitalità...se avessimo accettato tutti i tè offertici non avremmo dormito per giorni. Impossibile è per noi raccontarvi le lunghe chiacchierate con i negozianti di quel piccolo quartiere di bazar, e nominarvi le persone che hanno dato significato al nostro viaggio : Kush è un ragazzo bengalese che lavorava dove vivevamo, che si è fatto in quattro per servirci e riverirci, con lui abbiamo fatto le migliori risate, una persona veramente dolce e affettuosa; Pinku-ji era il nostro stimatissimo insegnante, senza di lui le lezioni delle otto del mattino sarebbero state insostenibili, riusciva sempre con il suo umorismo a farti amare le sue ore di lezione e di conseguenza anche l'hindi. Con lui abbiamo avuto esperienze indimenticabili, come sederci a fumare un cylum con il baba degli aghori (chi di voi non sa chi sono gli aghori li cerchi su wikipedia), avere un concerto privato nella camera del guru di un ashram ed entrare nel vivo della città conoscendo mandir, cerimonie, usi e costumi di quel popolo a noi ogni giorno più vicino. Un uomo tanto acculturato quanto simpatico, è stata davvero una fortuna incontrarlo per la nostra strada!; Non possiamo poi non parlare di Nitya-ji, nostra insegnante di cucina nonché moglie di Pinku-ji, con lei siamo riusciti a vedere l'India da una prospettiva diversa, quella degli occhi di una donna.Una donna vera, sincera e curiosa di conoscere il nostro mondo tanto quanto noi di conoscere il loro; altra persona importante è stato il maestro di tabla di Peppe, dal primo momento siamo stati attratti da quel piccolo negozietto buio e lungo con un signore dalla faccia onesta e accogliente.....solo dopo giorni siamo venuti a sapere che si trovava proprio attaccato al tempio della dea Khali (sarà stata una coincidenza?? mah!) abbiamo passato davvero delle belle giornate, seduti nel suo negozietto a suonare, bere chay e chiacchierare. Altro personaggio che merita di essere citato è il Venditore di profumi (di cui non ricordiamo il nome) una persona davvero deliziosa, dal primo momento ci ha accolti come "fratello e sorella"  e dopo la prima chiacchierata, ogni giorno, quando passavamo da li ci chiamava per un chay e due chiacchiere in quel piccolo negozietto di oli e profumi che tanto sapeva d'oriente. Ci ha regalato più cose di lui di quante noi ne avessimo comprate, ci ha fatto conoscere i negozianti vicini facendoci fare i reali prezzi del luogo. Grazie a lui a Bengali Tola ci conoscevano tutti; l'ultima persona di cui vi vogliamo parlare è Papu, l'unico ragazzo "normale" che abbiamo conosciuto a Benares. Ci ha fatto compagnia nelle nostre cene da Karki e ci ha offerto svariati chay ogni volta che passavamo davanti al suo piccolo negozietto di cose naturali. Il fatto che parlasse e capisse un po' di italiano ci ha avvicinati ancora di più, dal momento che la sua famiglia vive in Sardegna. Con lui ci siamo ritrovati davanti ad un tavolo parlando tre lingue contemporaneamente : italiano, inglese ed hindi.

Tornando alle nostre (dis)avventure, vogliamo raccontarvi della nostra coraggiosa impresa in BICICLETTA, che abbiamo deciso di chiamare il "Tour de Ramnagar". Patenza ore 10 a.m, sulle nostre biciclette semi distrutte o c'è chi direbbe COMPLETAMENTE distrutte, noleggiate un'ora prima da un amico di Kush ad Assi Ghat (ovviamente le bici sono costate davvero poco), partiamo da casa e decidiamo di andare a mangiare lungo le bancarelle per la strada per essere carichi e pronti al nostro viaggio. Dopo numerosi tentativi da Parte di Peppe di andare a mangiare per la strada Simona decide di provare (gli anticorpi bisogna farseli no??) , ci fanno accomodare in una minuscola stanzetta buia e sporca, in un tavolino altrettanto sporco, ma alla fine non ci fai nemmeno caso in quel contesto. Dopo aver divorato il nostro cibo buonissimo tra le gambe di Simona passa un innocuo topino, ci alziamo come se nulla fosse successo e partiamo per la nostra dis-avventura. Il ponte consigliatoci da Marco e Margherita si è rivelato essere a metà e così abbiamo deciso di prendere il ponte successivo, che da quella prospettiva non sembrava poi tanto lontano........Dopo due ore di bicicletta (tra polvere e strade dissestate con paesaggi strepitosi) Simona in mezzo al ponte tanto agognato si ferma perché troppo stanca, dicendo di non riuscire a continuare. A queste parole l'ira di Peppe si scatenò....ma alla fine arrivammo a Ramnagar sani e salvi. Il palazzo del Maharaja è bellissimo, c'erano dei musei alquanto bizzarri che contenevano dei vecchi oggetti del Maharaja tenuti in condizioni davvero pessime. Lo spettacolo più bello è stato vedere Varanasi seduti in un tempietto nella veranda del Maharaja. Il Durga Mandir di questo villaggetto è più bello anche di quello di Varanasi. Per il ritorno avevamo deciso di prendere una barca che ci portasse direttamente alla città, ma arrivati al posto di partenza scoprimmo che ormai era chiuso.......siamo stati costretti a tornare in BICI, al nostro arrivo a casa sembravamo dei ciclisti passati per il deserto, completamente distrutti, affamati ed assetati!!!!
E' bello ricordare queste avventure seduti su un letto in un hotel di lusso di Jaipur. Benares, è un mondo a parte e a noi manca moltissimo.

E' da due giorni che siamo a Jaipur, la città architettonicamente parlando è bellissima, ma, come tutte le grandi città anche qui instaurare rapporti è più complicato. Le mucche sono sparite dalle strade, si vedono poche donne per la città e i venditori sono davvero davvero assillanti. Proprio oggi abbiamo comprato il biglietto per la nostra futura meta: Pushkar e il deserto del Rajasthan.Vi lasciamo pubblicando un video per darvi un assaggio di questo raffinato paese e tante tante foto!!!

Jaipur

Scene da Ramnagar

Panorama dalla veranda del maharaja



Ancora Ramnagar




Dettaglio del palazzo del maharaja




Durga mandir (Ramnagar)




Shiv linga

Lago interno al durga mandir

continuamente impolverati dai camion

INDIA

dettaglio durga mandir


Panorama

simo in una delle sue "crisi da ponte"

Tizio del centro commerciale

Mercato dei fiori di Benares




A casa di Pinku-ji con la famiglia al completo

Arrivederci Kashii


tuk-tuk di jaipur

ristorantino per bene a jaipur con un ottimo pollo al burro

bazar di jaipur

per i bazar della città rosa

jaipur

RamSita mandir (jaipur)



Dall'alto del Krishna mandir

Hawa mahal (il palazzo del vento)


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